Intervento dell’On. Luciano Ciocchetti alla Camera dei Deputati il 12 Dicembre 2022

LUCIANO CIOCCHETTI(FDI). Grazie, Presidente. Rappresentante del Governo, colleghi, il decreto-legge n. 169 del 2022 è un decreto che pone questioni diverse al suo interno, ma, purtroppo, questa è una prassi che ormai va avanti da anni, con qualsiasi tipo di Governo, e che, certamente, non è stata aperta con questo Governo, che, ricordo, è insediato soltanto da 50 giorni e ha dovuto affrontare questioni emergenziali importanti, di scadenze di decreti precedenti, che avevano bisogno, quindi, di essere prorogati o, comunque, portati avanti. E questo ha portato la necessità di inserire all’interno di un unico provvedimento una serie di questioni assolutamente diverse, ma tutte emergenziali, tutte importanti e tutte significative per il nostro Paese e per le questioni che affronta. Anche perché – come ricordava il collega Stumpo – non ce l’ha ordinato il dottore di votare il 25 settembre, ma credo che la maggioranza che guidava il Governo Draghi sia venuta meno non per responsabilità dell’unico movimento politico che era all’opposizione, cioè di Fratelli d’Italia, ma per la scomposizione stessa della maggioranza che teneva in piedi il Governo Draghi.

Quindi, ci siamo assunti questa responsabilità di portare avanti anche provvedimenti che non avevamo condiviso nella passata legislatura e che però oggi hanno bisogno assolutamente di avere risposte dal punto di vista istituzionale e della responsabilità di Governo. In particolare, entrando nel merito degli articoli 2 e 3 del decreto-legge, con riferimento alle misure che riguardano la competenza sanitaria, dobbiamo specificare con chiarezza che le questioni riferite alla regione Calabria, esposte in maniera eccellente dalla relatrice, pongono l’esigenza di un’ulteriore proroga del commissariamento per sei mesi per corrispondere ad un lavoro eccellente che la nuova giunta regionale, presieduta dal presidente Occhiuto, sta portando avanti.

Voglio ricordare che il presidente Occhiuto è del gruppo di Forza Italia, non del gruppo di Fratelli d’Italia, quindi era in maggioranza, con voi, nella passata legislatura, così, solo per cronaca.

Credo che questo lavoro che si sta portando avanti necessita di arrivare, per esempio, all’approvazione dei bilanci dei singoli enti, delle singole aziende ospedaliere e delle unità sanitarie locali presenti nella regione Calabria, perché i due commissari esterni che furono nominati dal precedente Governo, anche in seguito all’intervento dei Governi precedenti nella passata legislatura, purtroppo, non hanno portato neppure all’approvazione dei bilanci, pur essendo persone sicuramente di altissimo livello, ma non hanno avuto la capacità di risolvere, per esempio, tra i tanti, questo problema.

Quindi c’è bisogno di ulteriori sei mesi per arrivare a raggiungere questo obiettivo, approvare i bilanci, fare in modo che davvero vi sia la possibilità di rilanciare i livelli minimi di assistenza nella regione Calabria, anche riuscendo a definire un potenziamento del personale medico, del personale sanitario, del personale del comparto, che consenta di far lavorare meglio gli ospedali e le strutture sanitarie presenti in quella realtà. Poi è chiaro che si affronterà la questione degli ospedali chiusi, quella del potenziamento del servizio sanitario e delle prestazioni che vengono offerte ai cittadini calabresi in quella realtà, che, purtroppo, hanno visto nel corso degli anni una riduzione fortemente significativa. Noi interveniamo, inoltre, per risolvere la questione di un commissariamento, che scadeva l’11 novembre 2022, il quale non aveva raggiunto gli obiettivi posti nei decreti precedenti approvati da questo Parlamento e portati avanti dal Governo.

Ricordo che adesso il commissario è il presidente della regione e credo sia giusto che sia il presidente della regione. Al riguardo pongo al Governo anche una questione, su cui occorre riflettere, che come gruppo di Fratelli d’Italia riteniamo vada posta, ossia la regolamentazione dei commissariamenti delle regioni sulla sanità, perché non mi pare abbiano prodotto grandi risultati nel corso di questi anni; hanno prodotto, invece, risultati negativi. Certamente è una questione che va affrontata in termini generali, perché credo che la sanità non possa essere governata con commissariamenti continui, con piani di rientro continui e perché la salute deve essere garantita a tutti i cittadini, in qualsiasi regione, in qualsiasi realtà nella quale si vive.

Credo anche che questo decreto offra diverse opportunità: la collaborazione con l’Agenzia delle entrate e con la Guardia di finanza apre, in particolare, all’opportunità – con la guida della regione Calabria, del presidente della regione – di arrivare, da un lato, all’approvazione dei bilanci e, dall’altro, di costruire un sistema che possa ripartire al fine del miglioramento qualitativo di servizi sanitari; come anche prorogare la disponibilità del personale di Agenas per la parte amministrativa, visto che, purtroppo, non solo la Calabria, ma anche le altre regioni e molti altri enti pubblici vivono in una condizione di carenza di personale amministrativo competente, a fronte della lentezza e della difficoltà di portare avanti i concorsi e tutto quello che serviva per coprire il che, in questi ultimi anni, è stato assolutamente forte, non solo nel campo sanitario, questione assolutamente drammatica, ma anche in quello amministrativo.

Quindi, l’intervento di Agenas può dare un’ulteriore mano per raggiungere gli obiettivi posti alla base di questo tipo di intervento. Anche questo discorso – che oggi viene posto come un limite da parte di alcuni colleghi dell’opposizione, ossia il fatto di superare e di accentrare in qualche modo il governo della sanità regionale, mettendo insieme il dipartimento della tutela della salute, servizi sociali e sociosanitari della regione Calabria in un’articolazione della nuova azienda per il governo dei servizi sanitari della regione Calabria, Azienda Zero – non capisco perché in Emilia-Romagna vada bene e in Calabria no. A seconda del colore politico che lo propone? Mi pare sia un modello che alcune regioni, nella loro autonomia, hanno seguito; noi dobbiamo rispettare un modello che la regione Calabria propone e che vuole portare avanti (in altre regioni ha funzionato) e, dal punto di vista gestionale, occorre portarlo avanti concretamente.

Credo che l’obiettivo finale sia finalizzato all’erogazione dei livelli essenziali di assistenza e ad assicurare il rispetto della direttiva europea sui tempi di pagamento e l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi sanitari della regione Calabria, questioni fondamentali per rilanciare fortemente il servizio sanitario.

La normativa straordinaria modifica in alcuni punti l’articolo 7, comma 1, del decreto-legge 10 novembre 2020, n. 150, per rilanciare il servizio sanitario della Calabria, e serve prorogarla per il raggiungimento degli obiettivi di organizzazione, dei livelli di assistenza, di ripiano dei deficit e relativa approvazione dei bilanci delle aziende sanitarie.

L’intervento originale e la proroga erano stati disposti data la perdurante criticità del sistema sanitario calabrese, determinata dal mancato raggiungimento dell’equilibrio economico-finanziario, per l’approvazione dei programmi operativi e per i piani di rientro, per l’approvazione dei piani di riorganizzazione, per far fronte anche alla pandemia in passato -speriamo che non ci dovremo ritrovare nuovamente in un’occasione di questo genere – e per il rispetto dei LEA.

Sulla Calabria credo che dobbiamo fare un ragionamento che valga anche per altre regioni. Purtroppo, dall’approvazione della legge di riforma del Servizio sanitario nazionale abbiamo avuto un sistema sanitario con 20 livelli di assistenza diversi nel nostro Paese. Questo è un altro tema che chiaramente la maggioranza e il Governo vogliono affrontare; lo ha posto anche il Ministro nelle audizioni presso le Commissioni sanità della Camera e del Senato.

È un problema da affrontare: un sistema di questo genere non può andare avanti, anche perché vogliamo salvaguardare il sistema sanitario universale, che è un modello che vogliamo assolutamente difendere e portare avanti nel nostro Paese.

Al Governo poniamo queste questioni, che riguardano il futuro del lavoro della legislatura, che sono il tema del superamento definitivo dell’applicazione dei sistemi di austerità e di Patto di stabilità alla sanità, le questioni del commissariamento, dell’affrontare, nel corso della legislatura, la profonda riorganizzazione del Sistema sanitario nazionale, se lo vogliamo salvare, la riorganizzazione di tutte le Agenzie afferenti al Ministero della Salute, nonché il rapporto tra esecutivo e regioni nel governo della sanità. Queste citate sono le grandi questioni che tutti insieme dovremo affrontare per tentare davvero di dare un futuro.

Arriviamo all’articolo 3, che è quello su cui si è sviluppata la maggiore polemica, assolutamente legittima perché siamo qui per confrontarci e per discutere. Però, ricordo, che noi abbiamo vinto le elezioni su un programma preciso e all’interno di questo programma una delle questioni fondamentali era la semplificazione della burocrazia, delle procedure, di ogni percorso che porti a un governo della cosa pubblica. La riforma che il Senato ha approvato e inserito all’interno di questo decreto in merito alla gestione e al governo di Aifa credo vada esattamente in questa direzione, quella cioè di semplificare, ridurre il più possibile i passaggi burocratici e cercare di rendere chiara la responsabilità di chi assume le decisioni. Quello della doppia commissione, del consiglio d’amministrazione con un presidente che di fatto non contava nulla e con un direttore generale che aveva la rappresentanza legale dell’Agenzia, era, a mio avviso, un modello assolutamente “sballato”. Al di là dell’ottimo lavoro e di tutto quello che è stato fatto, si deve guardare a un modello, che deve riguardare una riforma complessiva delle Agenzie, che metta al centro la semplificazione, la responsabilità delle decisioni e le opportunità che devono portarsi avanti. Ricordo che l’ordinamento di Aifa risale a venti anni fa e che presenta questa anomalia sul ruolo del presidente e del direttore generale e la presenza di due commissioni consultive. Noi crediamo davvero che occorreva mettervi mano. C’è stata questa opportunità che, nel confronto al Senato, ha portato, con un’iniziativa parlamentare, ad assumere questa decisione, chiaramente con il consenso anche del Governo perché altrimenti il provvedimento non sarebbe passato.

Si prorogano al 28 febbraio 2023 i componenti delle commissioni consultive di Aifa; a questo riguardo, ricordo che è la seconda o terza proroga, ciò vuol dire che qualche cosa non era stata affrontata complessivamente precedentemente. Si sopprimono tali commissioni dopo il 28 febbraio 2023 e si costituisce un’unica commissione, la commissione scientifica ed economica del farmaco, che ne erediterà le funzioni; si istituisce il ruolo del presidente con un ruolo di rappresentanza legale e poi si dà responsabilità di governo, sotto il presidente, al direttore amministrativo e al direttore tecnico-scientifico; si sopprime il ruolo del direttore generale, che riteniamo sia un doppione del ruolo del presidente, e ciò, appunto, nella linea della semplificazione. Le modifiche sono dettate dall’attuazione anche della Missione 6, Componente 1, Investimento 3, del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Da qui anche l’urgenza di affrontare la questione, perché Aifa rientra anche nelle opportunità di governo del Piano nazionale di ripresa e resilienza, in particolare in ordine al rafforzamento delle infrastrutture digitali e tecnologiche, nella raccolta dei dati e nella vigilanza sanitaria (la farmacovigilanza è, infatti, una delle competenze specifiche di Aifa). Era, pertanto, urgente intervenire da questo punto di vista per una semplificazione. Poi, c’è la Componente 2, Investimento 1, sempre del Piano nazionale di ripresa e resilienza, relativa alla valorizzazione e al potenziamento della ricerca biomedica del Servizio sanitario nazionale.

Le commissioni attuali hanno operato in regime di dal 20 settembre 2021. Forse qualcuno che ha governato fino a settembre poteva porsi questo problema precedentemente. Ci sono state due proroghe, al 30 giugno 2022 e al 15 ottobre 2022. La nuova commissione sarà definita con un decreto del Ministro della Salute. Non vedo, pertanto, quale sarebbe il discorso secondo il quale il Governo mette le mani su Aifa, cose drammatiche che vengono raccontate in questi momenti. Non credo che le commissioni precedenti fossero nominate da qualcuno che passava per caso o dal Presidente degli Stati Uniti. Ci sarà un decreto del Ministro della Salute che stabilirà entro 60 giorni le modalità di definizione dei componenti della nuova commissione e tutto quello che dovrà essere fatto appena questa legge sarà approvata. Aifa svolge un ruolo fondamentale per l’approvazione dei nuovi farmaci e dei vaccini e ne definisce il prezzo. Inoltre, ne definisce le confezioni; quello delle confezioni, sottosegretario e Governo, è un tema che si è sempre affrontato ma che dovrà essere riaffrontato, perché in tutto il mondo si possono vendere farmaci anche singolarmente mentre in Italia bisogna comprare sempre confezioni ampie, che probabilmente in molti casi non servono, facendo spendere di più sia allo Stato che ai cittadini. Aifa svolge la farmacovigilanza, definisce il prontuario farmaceutico nazionale. Credo davvero sia un ente su cui bisognava operare una semplificazione, su cui occorreva fare maggiore chiarezza in modo da attribuire responsabilità a chi assume le decisioni, che sono assolutamente fondamentali per la salute e per la vita degli italiani.

Le procedure con cui Aifa esamina i farmaci sono, a nostro avviso, troppo complesse e la nuova può semplificare l’accesso all’innovazione, soprattutto nella valutazione delle nuove terapie geniche, dei farmaci biologici e monoclonali, che sono il futuro della farmacologia di questo nostro Paese e danno la possibilità di curare tantissime malattie che fino a oggi non hanno avuto cura. Il gruppo di Fratelli d’Italia sostiene le modifiche che sono state inserite all’interno di questo decreto al Senato e nel corso della discussione si definirà meglio anche il nostro voto, che chiaramente sarà favorevole all’approvazione di questo provvedimento .

Articoli Correlati per Tag:

Nessun articolo correlato.

Articoli Correlati per Categoria:

Condividi:

Elenco filtrato per Tag

Ultimi Articoli: